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La rinascita delle città-stato: lettura consigliata ai neo-centralisti @WRicciardi @drsilenzi

Come governare il mondo al tempo della devolution. Questo è il sottotitolo di un aureo libretto di Parag Khanna sulla democrazia e sulla governance delle società complesse quali quelle attuali e future.

“La democrazia non è un fine in sé: i veri obiettivi sono una governance efficace e il miglioramento del benessere della nazione”.

Sotto questa luce, la celebre battura di Churchill “L a democrazia è la peggior forma di governo eccezion fatta per tutte le altre” va ripensata secondo l’Autore.

Khanna è a favore di una democrazia guidata collettivamente (l’esempio della Svizzera è continuamente richiamato) e di una governance tecnocratica (come a Singapore). La critica del sistema USA, così caro a Tocqueville, è feroce.

La classica democrazia rappresentativa è inefficace e inefficiente: finisce per cristallizzare il dibattito nelle “posizioni” (destra, sinistra, conservatori, liberali, ecc.). La politics intralcia la policy perché la policy ha a che fare con le decisioni non con le posizioni. Il discorso sulle posizioni politiche, rispetto alle decisioni, è così vero oggi che J.C. Junker dice: “Sappiamo tutti che cosa fare, ma non sappiamo come essere rieletti dopo che l’abbiamo fatto”.

Khanna, del sistema americano, apprezza l’efficacia ed efficienza della tecnocrazia che gestisce le grandi città americane che misurano i risultati amministrativi attraverso la definizione e il monitoraggio pubblico di una serie di KPI (key performance indicators) e cita la frase dell’ex Sindaco di New York, Bloomberg, “Quello che non sai misurare non sai governare”! Estendere questi metodi al sistema federale implicherebbe che “Una tecnocrazia al governo degli Stati Uniti non parlerebbe certo la lingua della centralizzazione, ma, al contrario, quella del decentramento dei poteri”.

Una lettura, come quella del precedente Connectography, obbligata!